Premessa
D'altro canto ci spingeva la constatazione che, tutto sommato, poche località in Italia sono caratterizzate dal non possedere, anche nei dintorni, informazioni sul loro antico assetto urbanistico; Latisana, con le sue ricche vicende storiche, non forniva indizi sulla vita e sul complesso mosaico delle sue attività quotidiane nel Medioevo e nel Rinascimento. Solamente in questi ultimi anni abbiamo avuto una inversione di tendenza a questo riguardo: alcune fortuite circostanze hanno recentemente, e in parte, modificato una situazione di trascuratezza dovuta pure alla mancanza di segnalazioni da parte di operatori edili ed agricoli, impegnati ad eseguire lavori nell'area cittadina o nei limiti, comunque, del territorio comunale.
Rinvenimenti di epoca romana
Selva di sopra. Una informazione casuale ci ha fatto prender conoscenza, fine anni 80, della prima realtà: una grande VILLA RUSTICA situata nella parte nord del territorio comunale, località Selva di Sopra. Verifiche successive ci hanno permesso di riconoscere in questo luogola MUTATIO APICIUA citata nel noto Itinerarium Burdigalense del 333 d.C. (Cuntz 29), già oggetto delle più fantasiose congetture da parte di pseudo-storici locali (Cassi 59 -Giacinto 67 - Scotta 70 - Fantin 90).
Questa "presenza" romana a Selva di sopra e la sua probabile identificazione con Apicilia è già stata descritta in una comunicazione (Castellarin-Frisoni 92), cui è seguito a Latisana un incontro sull'argomento. I materiali rinvenuti sono stati elencati ed illustrati nel corso di questo intervento.
Da tempo accarezzavamo l'idea di un progetto di studio per tracciare con una certa attendibilità una pianta della città medioevale, una mappatura sistematica per rilevare una presenza antropica notevole e differenziata nei secoli: purtroppo non ci si può basare su alcun testo o su documenti specifici, assolutamente inesistenti a quanto ci risulta. Per Latisana fino ad oggi i documenti più antichi consistono nell'acquerello di A. BANCHIERI (BANCHIERI 1734) e nella Mappa Catastale napoleonica (1810) che danno risposte molto parziali e relativamente recenti. Le nostre perplessità e i nostri dubbi ad avviare il progetto erano pure condizionati dai lunghi tempi necessari e dalle prospettive molto incerte di riuscita.
A.Banchieri 1734
Fortunatamente l'azione di sensibilizzazione a suo tempo da noi avviata ha consentito di cogliere oggi qualche primo soddisfacente risultato nell'interpretare lo specifico linguaggio planimetrico della città antica.
Rinvenimenti di epoca romana
Selva di sopra. Una informazione casuale ci ha fatto prender conoscenza, fine anni 80, della prima realtà: una grande VILLA RUSTICA situata nella parte nord del territorio comunale, località Selva di Sopra. Verifiche successive ci hanno permesso di riconoscere in questo luogo
Questa "presenza" romana a Selva di sopra e la sua probabile identificazione con Apicilia è già stata descritta in una comunicazione (Castellarin-Frisoni 92), cui è seguito a Latisana un incontro sull'argomento. I materiali rinvenuti sono stati elencati ed illustrati nel corso di questo intervento.
Selva di Sotto. Altri numerosi reperti (embrici, coppi, frammenti di anfore, ecc.) sono stati ritrovati a sud della via Trieste (Latisanotta-Crosere) poco distanti dal precedente sito, confermandone perciò indirettamente l'importanza.
Gorgo di Latisana. In una piccola area (ca. 100/200 m2) sono stati ritrovati reperti molto frammentati. Supponiamo si tratti di reperti provenienti da una piccola costruzione campestre, o ripostiglio? (Anzolin-Frisoni-Rossi 94).
Rinvenimenti di epoca post-rinascimentale
Via Rocca. Recenti fortuite circostanze hanno fatto venire alla luce reperti del XVII-XVIII secolo, quindi particolarmente utili per un primo inquadramento di una porzione riguardante via Rocca (lato destro). I reperti trovati (ceramiche, metalli, ossa di animali) sono descritti alla voce Catalogo.
Rinvenimenti di epoca post-rinascimentale
Via Rocca. Recenti fortuite circostanze hanno fatto venire alla luce reperti del XVII-XVIII secolo, quindi particolarmente utili per un primo inquadramento di una porzione riguardante via Rocca (lato destro). I reperti trovati (ceramiche, metalli, ossa di animali) sono descritti alla voce Catalogo.
In questo caso, l'osservazione più interessante consiste nell'aver messo in luce le tracce delle estremità di arcate poste ai due lati delle strutture demolite: se ne può dedurre che, considerando pure la presenza di monconi di sei plinti di fondazione e della corrispondente muratura di sostegno interna, in questa parte della via si trovasse un tratto porticato che attualmente non esiste più. La presenza di questi portici nel passato viene confermata esaminando (fig. 1) l'ingrandimento fotografico dell'acquerello settecentesco di Banchieri, che raffigura questa zona. Appare logico supporre che in via Rocca il porticato fosse quindi presente su entrambi i lati della strada e non su un solo lato, com'è attualmente. (fig. 2 e 3)
Fig.1 A.Banchieri 1734 - Via Rocca attuale
Conclusioni
Lo stimolo maggiore datoci da questi rinvenimenti consiste nell'averci invitati ad identificarli cosi da permetterci di ricostruire, attraverso di essi, la continuazione di una realtà storica già esistente nel nostro paese, realtà che per ora si è limitata al solo periodo romano e a quello post-rinascimentale.
Questo lavoro richiederà indubbiamente tempi lunghi e problemi di non facile soluzione, ma l'impegno che assumiamo è sostanziale e non formale. Come ultimo messaggio - last but not least - riteniamo opportuno portare all'attenzione dei nostri lettori le considerazioni che l'amico Enzo Volponi ha presentato all'ultimo Convegno della nostra Federazione a Fagagna nell'ottobre 1994 e che facciamo nostre. (Volponi 94)
"Questo passato, anche se talvolta non ne siamo consapevoli, ci coinvolge in quanto il mondo attuale è il risultato di eventi passati che possono produrre ancora oggi i loro effetti di lunga durata, passato che ci vincola, anche dal punto di vista culturale, poiché ci trasmette tuttta una serie di significati che indirizzano il nostro modo di pensare, vincolati da una cultura all'interno della quale ci formiamo.
Allora la conoscenza del passato è nel contempo comprensione di ciò che siamo, dei nostri limiti e dei nostri condizionamenti e quindi forma la base per una progettualità. Il suo disconoscimento, oltre a precluderci la possibilità di una chiara visione della realtà in cui viviamo, non può che condurre ad un disorientamento che impedisce scelte "autentiche", consapevoli e critiche, condannandoci ad agire guidati da impulsi immediati o ancora da motivazioni prodotte surrettiziamente da altri.
I materiali, anche se in assoluto non di rilevante interesse, ma opportunamente corredati da un supporto iconografico ed esplicativo, possono svolgere la funzione di riempire il vuoto (sarebbe meglio dire la voragine) che ha nascosto ai più la minuta storia locale che ora sta, a fatica, riemergendo. Una storia che il costante lavoro di alcuni appassionati di questa Associazione ha salvato dall'oblio in cui era stata cacciata per decenni dalla dissennata politica locale, per ritrovare un suo definitivo inserimento".
CATALOGO
Ceramica decorata
Ossa animali
12 reperti di bovino giovane
Fig. 2 Tracce del porticato non più esistente
Fig. 3 La zona dei ritrovamenti in Via Rocca
Via Vittorio Veneto
Recenti scavi per il posizionamento di cavi coassiali della Telecom hanno messo in luce parti di muratura in mattoni (4/5 file sovrapposte per la lunghezza di circa 2 m.) , che rendono ipotizzabili strutture murarie in luogo delle attuali vie Vittorio Veneto e Goldoni. La tradizione orale segnala in loco un antico convento. (fig. 4)
Fig. 4 Ellisse bianca circa in corrispondenza delle strutture murarie ritrovate
Conclusioni
Lo stimolo maggiore datoci da questi rinvenimenti consiste nell'averci invitati ad identificarli cosi da permetterci di ricostruire, attraverso di essi, la continuazione di una realtà storica già esistente nel nostro paese, realtà che per ora si è limitata al solo periodo romano e a quello post-rinascimentale.
Auspichiamo che ci siano concesse successive indagini relative alla nostra località, in modo da portare alla luce altri periodi e poter quindi tracciare quadri urbanistici di Latisana più completi per ogni diversa epoca.
Nell'opera che ci attende prevediamo un cammino tutt'altro che privo di ostacoli, tra cui le stesse istituzioni che dovrebbero, al contrario, promuovere e incoraggiare le nostre ricerche. Ma noi abbiamo imparato a destreggiarci nel ginepraio di svariate difficoltà le quali non riusciranno certo a farci desistere dall'operare ora che finalmente abbiamo iniziato a ricostruire in modo concreto un quadro storico del nostro territorio.
Questo lavoro richiederà indubbiamente tempi lunghi e problemi di non facile soluzione, ma l'impegno che assumiamo è sostanziale e non formale. Come ultimo messaggio - last but not least - riteniamo opportuno portare all'attenzione dei nostri lettori le considerazioni che l'amico Enzo Volponi ha presentato all'ultimo Convegno della nostra Federazione a Fagagna nell'ottobre 1994 e che facciamo nostre. (Volponi 94)
"Questo passato, anche se talvolta non ne siamo consapevoli, ci coinvolge in quanto il mondo attuale è il risultato di eventi passati che possono produrre ancora oggi i loro effetti di lunga durata, passato che ci vincola, anche dal punto di vista culturale, poiché ci trasmette tuttta una serie di significati che indirizzano il nostro modo di pensare, vincolati da una cultura all'interno della quale ci formiamo.
Allora la conoscenza del passato è nel contempo comprensione di ciò che siamo, dei nostri limiti e dei nostri condizionamenti e quindi forma la base per una progettualità. Il suo disconoscimento, oltre a precluderci la possibilità di una chiara visione della realtà in cui viviamo, non può che condurre ad un disorientamento che impedisce scelte "autentiche", consapevoli e critiche, condannandoci ad agire guidati da impulsi immediati o ancora da motivazioni prodotte surrettiziamente da altri.
I materiali, anche se in assoluto non di rilevante interesse, ma opportunamente corredati da un supporto iconografico ed esplicativo, possono svolgere la funzione di riempire il vuoto (sarebbe meglio dire la voragine) che ha nascosto ai più la minuta storia locale che ora sta, a fatica, riemergendo. Una storia che il costante lavoro di alcuni appassionati di questa Associazione ha salvato dall'oblio in cui era stata cacciata per decenni dalla dissennata politica locale, per ritrovare un suo definitivo inserimento".
CATALOGO
Ceramica decorata
FONDO DI BACILE. XVI/XVII secolo. Tornito, ingobbiate, pasta grezza, decorazione a pal-mette a linee parallele verdi - marrone scuro, senza ind. umbone diam. 0,16 est. - 6,5 int. - 0,6 prof., misure 13x1 1x2 cm.
FONDO DI CATINO. Pasta grezza senza ind., tornito, ingobbiate, decorazione giallo-arancio scuro molto sbiadita, umbone diam. 11 est. - 6 int. - 1,5 prof, centimetri, misure 11 x5x3,5 cm.
TAZZA (Framm.j. Tornita, ingobbiate, decorazione similoro - marrone molto sbiadita, misure 5,5x4x0,6 cm.
PIATTO (Framm.), Ingobbio int. ed est. pasta chiara, decorazione azzurro - marrone, misure 4x2,5x0,6 cm.
Ceramica grezza
FONDO DI TAZZA. Pasta grezza, pochi inclusi, vernice int. trasparente, fondo piatto diam. 6 cm .
FONDO DI BICCHIERE. Pasta molto grezza e scura, tornito, vernice int. trasparente, fondo piatto diam. 4 cm , misure 5x3x0,5 cm.
SOSTEGNO (?) (Framm.). Pasta grezza e scura, inclusi chiari, h 6,5 cm .
FONDO DI BICCHIERE. Pasta senza inclusi, vetrina, umbonato diam. 4 cm .
MATTONE (Framm.). Pasta abbastanza scura, molto irregolare con inclusi chiari, misure 8x5x2,5 cm.
Metalli
LASTRINA. Bronzo, misure 6x1,5x0,2 cm, 2 fori ai lati. CHIODO in Ferro. CHIODO Quadrangolare testa e corpo, 8 cm lunghezza. CHIODO in Ferro. CHIODO Quadrangolare testa e corpo, 7 cm lunghezza.
Ossa animali
12 reperti di bovino giovane
Bruno Anzolin
Iginio Frisoni
Roberto Frisoni
Lorenzo Rossi
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